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martedì 13 dicembre 2011

Commemorazione della Medaglia d'Oro Ercole Vincenzo Orsini


Questa mattina si è svolta la commemorazione del partigiano Ercole Vincenzo Orsini, Medaglia d'Oro della Resistenza.

Nel 68° Anniversario dell'uccisione, avvenuta a Montorio al Vomano il 13 Dicembre 1943, La Sezione di Teramo "Manfredo Mobili" dell'Associazione Nazionale Partigiani D’Italia ha invitato la popolazione teramana, accorsa numerosa, a ricordare l'eroe teramano in Via Paladini, nella piazza dove si trova la lapide di Orsini.

Nei pressi della lapide si trovava il laboratorio dove egli lavorò assieme al fratello Gilberto alla creazione di opere di ebanisteria e di liuti.

La celebrazione si è svolta alla presenza dei tre nipoti di Orsini: Michele, Ercole Vincenzo e Giovanna.
L'evento, video-ripreso da Vincenzo Cicconi della PacotVideo, è stato presentato da Mirko De Berardinis, segretario dell’A.N.P.I. di Teramo e i discorsi celebrativi sono stati tenuti dai seguenti relatori:


1 - Antonio TOPITTI Presidente Sezione A.N.P.I
2 - Giorgio D'Ignazio, assessore comunale,
3 - Michele Arcaini, partigiano combattente a Bosco Martese
4 - Mario DE NIGRIS
5 - Antonio FRANCHI, senatore e presidente provinciale A.N.P.I.


Al termine della manifestazione è stata apposta la corona sulla lapide, che fu dettata nel 1976 dallo storico Riccardo Cerulli.























Ercole Vincenzo Orsini, abile artigiano, ha lasciato «pezzi» di grande pregio come ebanista, intarsiatore e perfino come liutaio.

La sua appartenenza alle organizzazioni an­tifasciste prende l'avvio fin da quando Orsini era giovanissimo.
La sua attività nelle azioni contro il fascio littorio sono moltissime e lo portano a con­tatto con antifascisti francesi.

Dopo 1'8 settembre non poteva non partecipare alle gloriose giornate del Bosco Martese.

Per rendersi conto di come Or­sini sia stato ucciso, vale la pena riportare integral­mente il brano che con il titolo «Giustizia! Un'altra vittima della delittuosa attività del capitano Bianco» annunciava su «Tempo Nuovo», organo della fe­derazione del fascio repubblichino di Teramo, la sua morte:

«Nel pomeriggio del 13 dicembre, verso le 15, nella piazza di Montorio al Vomano, mentre alcuni militi sostavano di ritorno ad una operosa opera­zione di polizia, con degli iscritti al P.F.R. ed altri, entravano nei pubblici locali a prendere qualche comunicazione, un individuo, uscito da un caffè, sparava a bruciapelo sei colpi di pistola contro un legionario del battaglione 'M' che era intento a conversare con gli amici.

Il milite veniva ferito con quattro colpi in varie patri del corpo e dopo le pri­me cure del medico del paese, veniva trasportato all'ospedale di Teramo.
Nel frattempo altri militi inseguivano lo spa­ratore.
Durante il drammatico inseguimento, lo stesso scaricava un altro caricatore sugli inseguitori ed infine, vista la tragica situazione, lanciava altre due bombe a mano.

Raggiunto dai militi, fu fred­dato sul posto.
All'uopo si portavano subito sul posto il commissario del fascio ed il maresciallo dei carabinieri che, dopo gli accertamenti del caso, provvidero per la rimozione della salma e il tra­sporto al cimitero.

Attraverso i documenti rinvenuti e la testimonianza delle persone presenti, è risultato narrarsi di Ercole Vincenzo Orsini, noto sovversivo di Teramo, da tempo ricercato dalla polizia italiana e tedesca, quale uno degli organizzatori e respon­sabili della farsa di Bosco Martese.
Il famigerato capitano Bianco, può essere soddisfano: lui è al si­curo e gli illusi che lo seguirono nel suo gesto cri­minale, ci rimettono la pelle».

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Riprese di Vincenzo Cicconi della Pacotvideo.
Il video ha una durata di circa 22 minuti;

E' stato pubblicato sulle pagine Facebook:
1 - Produzione Video a Teramo (Abruzzo) - PacotVideo.it di Cicconi Vincenzo
2 - Il blog della città di Teramo e della sua Provincia
e sulle pagine di Google Plus
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - La Città di Teramo e la sua Provincia

Inoltre è stato pubblicato su quattro canali di video sharing gestiti dalla PacotVideo:
Vimeo - Blip.TV - Kewego - DailyMotion.

Articolo, foto e video sono inoltre visionabili su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:
1 - blog della Città di Teramo
2 - blog della PacotVideo
3 - blog di Pensieri Teramani
4 - blog di Resistenza Teramana

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martedì 31 maggio 2011

Mobili Manfredo - Storia di un antifascista teramano attraverso le parole della sorella Livia

Ricostruzione storica della figura di Manfredo Mobili, giovane teramano protagonista dell'anfifascismo e della lotta per la liberazione dell'occupazione nazista, attraverso i ricordi della sorella Livia, prima e dopo la liberazione di Teramo dal nazi-fascismo.
Introduzione e intervista realizzata dal professor Sandro Melarangelo,

Vengono raccontati alcuni episodi vissuti a Teramo negli ultimi mesi della guerra di Liberazione e che vedono intrepidi protagonisti Manfredo Mobili e i suoi amici.

A Manfredo Mobili è stata dedicata nel 2011 la sezione teramana dell'ANPI.



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Riprese di Vincenzo Cicconi della Pacotvideo.
Il video, della durata di 25 minuti circa, è stato pubblicato integralmente su Facebook e su tre canali di video sharing:
(Vimeo - Blip.TV - Kewego) gestiti dalla PacotVideo.

E' inoltre pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:

- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani
- blog di Resistenza Teramana

lunedì 30 maggio 2011

Mobili Manfredo - Storia di un antifascista teramano attraverso le parole dello storico Sandro Melarangelo

Ricostruzione storica della figura di Manfredo Mobili, giovane teramano protagonista dell'antifascismo e della lotta per la liberazione dell'occupazione nazista attraverso le parole del professor Sandro Melarangelo.

Vengono raccontati alcuni episodi vissuti a Teramo negli ultimi mesi della guerra di Liberazione e che vedono intrepidi protagonisti Manfredo Mobili e i suoi amici.

A Manfredo Mobili è stata dedicata nel 2011 la sezione teramana dell'ANPI.


Giorgio Valente, l'ultimo segreetario storico dell'A.N.P.I. , che aveva diretto dall'immediato dopoguerra fino alla sua scomparsa ci teneva tanto a ricordare alcuni episodi della Resistenza Teramana che non erano solo legati alla battaglia epica di Bosco Martese, a cui lui partecipò tra l'altro.

Ma lui ci teneva tanto a ricordare alcune manifestazioni di dissenso al fascismo prima ancora della Resistenza, quando un gruppo di studentidell'Istituto Comi, ma anche del Liceo Classico, si erano messi in agitazione contro il fascismo e tra questi, Giorgio Valente ricordava, Serse Di Giuseppe, figliodi Ascanio Di Giuseppe che fu poi Provveditore degli Studi di Teramo.

E poi ancora Milziade Graziani, fratello di Paolo Graziani ... per intenderci zio di Ivan Graziani (il cantautore teramano), Mario Ambrosini di una famiglia di perseguitati dal fascismo e che vissero una vita di estrema difficoltà, poi D'Amico e soprattutto il suo cognato (sposò in seguito la sua sorella Livia) Manfredo Mobili.

Manfredo insieme a suo fratello Glauco erano attivissimi nell'antifascismo degli ultimissimi anni, erano giovanissimi studenti ma molto motivati.

I Mobili da cosa erano motivati?
Il papà era un antifascista, la mamma Giovanna la vedremo protagonista della Resistenza.
Questi gruppi operavano negli ultimi giorni del fascismo ma anche durante la reistenza alla occupazione tedesca.

Le famose scritte fatte in tutta Teramo e perfino nel cimitero furono fatti da questi giovani che scrissero frasi di attacco al fascismo e per questo si scatenò la polizia repubblichina.

Fu incarcerato come responsabile di quelle scritte un antifascista che si chiamava Settimi, ritenuto colpevole solo perchè era un pittore e quindi un pittore imbianchino poteva avere dimestichezza con i colori e i pennelli.

E per questo fu arrestato ma il giorno dopo sulle mura di Teramo riapparvero le scritte che dicevano: “Chi scrisse scrive: liberate l'innocente”.

Questi giovani scrissero pure nel cimitero “Questo è il vostro luogo dove sarete condannati” ... e tante altre scritte ancora.
Non riuscirono a scovarli.

Poi si organizzarono in un gruppo che fu persino armato per combattere il tedesco invasore, un gruppo diretto da Vincenzo Massignani (nome originario conosciuto con il nome abbreviato di Massignà), amico fratermo di Manfredo e Glauco Mobili.

Ho avuto modo, nella ricerca presso l'Archivio di Stato, di avere la fotocopia di una dichiarazione di un aquilano che incontra Glauco, Manfredo e Vincenzo Massignani a L'Aquila per cercare di stabilire assieme una attività strategica, tra le montagne aquilane e teramane, per azioni partigiane.

Quindi era un gruppo molto attivo ed era molto responsabile delle proprie azioni.
La cosa più importante è che questi giovani non erano facilmente catturabili perchè ritenuti normali cittadini che vivevano in città a differenza di vari partigiani che si erano ritirati in montagna ed agivano alla macchia.

Costoro agivano in città e indisturbati, senza minimamente avere a che fare con la polizia fascista.
Ed erano temerari.

Erano giovani che avevano un coraggio ardimentoso fino al punto di sfidare il fascismo a livello di orientamento.

Mentre c'erano orientamenti fascisti attraverso mezzi quali la radio, la stampa e i manifesti loro non si limitavano a fare le scritte sui muri di notte ma stamparono due giornali.

Due giornali stampati alla macchia, clandestinamente.

I fratelli Mobili e Vincenzo Massignani furono i redattori di “Idea Proletaria” e della “Rinascita”.

Idea Proletaria fu fatta con un ciclostile prelevato all'Istituto Comi e veniva diffuso nottetempo.

E poi si giunse, negli ultimi mesi dell'occupazione tedesca alla redazione per mezzo stampa di un giornale a quattro facciate che si chiamò “La Rinascita”.

Dai risultati di una inchiesta si scoprì che proveniva dalla tipografia Cocciolito dove lavorava un operaio antifascista, Nicola Palucci che fu incarcerato e che poi, successivamente, dichiarò di aver collaborato con Vincenzo Massignani e i fratelli Mobili alla realizzazione di questo straordinario giornale di orientamente antifascista che procognizzava la fine del fascismo e un domani di ricostruzione.

Quindi l'attività di questi giovani era di orientamento politico e culturale.

Non era soltanto un'azione temeraria militare, che pure c'era, ma era anche di orientamento politico, culturale sui giovani.

Ed è stata una stagione straordinaria vissuta negli ultimi giorni della resistenza grazie a questi giovani intellettuali che operarono in questo senso.

Poi al seguito di questo gruppo si aggregarono Salvatore Tirabove, che sarebbe poi diventato il cognato di Manfredo Mobili, e Giorgio Valente, che tra l'altro già operava con lui in queste azioni.

Furono giorni importantissimi ... e perchè fu possibile tutto ciò?
Se erano clandestini e capaci di mimetizzarsi di fronte alla città non potevano mimetizzarsi nei confronti delle proprie famiglie.

Vincenzo Massignani aveva un padre che era anche lui un antifascista.

Manfredo e Glauco Mobili avevano avuto dal padre un orientamento in senso antifascista e comunista ma soprattutto avevano una madre straordinaria ... Giovannina era una donna fortissima, di una grande forza morale e di una grande tensione politica.

Giovanna Mobili, che condivideva le azioni dei figli, è stata una delle donne del G.A.P. (Gruppi di Azione Patriottica) di Teramo.

Un giorno prese dei fucili, li caricò dentro un canestro e si avviò per Via Melchiorre Delfico e di fronte al Tribunale fu vista da Venanzo Marsili che, non essendo la signora una che andasse a lavare i panni al fiume, si chiese “ma dove va questa signora con questo canestro?”.

Si avvicinò e le chiese “signora dove andate con questo canestro?” alludendo al fatto che aveva capito tutto.
La signora Giovanna rispose ... “Ma che te ne importa a te” ... Marsili si prese il cesto e diede questa collaborazione alla resistenza teramana.

Nessuno se lo aspettava e cercò di togliere da questo rischio la giovane madre che faceva queste azioni per sostenere, in quanto condivideva, gli ideali dei figli, che poi erano gli ideali del marito ... i suoi stessi ideali.


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Il video, della durata di 21 minuti circa, è stato pubblicato integralmente su Facebook e su cinque canali di video sharing:
(YouTube - DailyMotion di Virgilio - Vimeo - Blip.TV - Kewego) gestiti dalla PacotVideo.

E inoltre pubblicato su quattro blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:
- blog della Resistenza Teramana
- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- il blog Pensieri Teramani

lunedì 25 aprile 2011

Reportage Fotografico sulla Resistenza Teramana

In questo reportage fotografico viene raccontata la Liberazione della città e della Provincia di Teramo dall'oppressione nazista e fascista.



La Resistenza Teramana fu opera dei partigiani che avevano combattuto la battaglia di Bosco Martese.

Dopo la battaglia di Bosco Martese (25-09-1943), la lotta partigiana nel teramano proseguì fino al 13 giugno 1944, giorno della liberazione di Teramo.

Grazie alle pagine eroiche che la città e la Provincia di Teramo ha saputo scrivere durante la seconda guerra mondiale si è meritata la medaglia d'oro per Meriti Civili conferita dal Presidente della Repubblica Ciampi.

Video realizzato da Vincenzo Cicconi della PacotVideo, gestore di questo blog e del gruppo Facebook "Resistenza Teramana".

Colonna sonora realizzata con Bella Ciao e Fischia il Vento interpretate dal gruppo musicale Modena City Ramblers

Ringrazio Giancarlo Falconi per la citazione di Resistenza Teramana" nel suo blog "I due Punti"

giovedì 14 aprile 2011

L'A.N.P.I. di Teramo ricorda i tre giovani partigiani fucilati presso il cimitero di Cartecchio

Si è svolta nella mattinata di Martedì 12 Aprile 2011, presso il cimitero di Teramo, la Commemorazione dei tre giovani partigiani, organizzata dalla Sezione di Teramo “Manfredo Mobili” dell’Associazione Nazionale Partigiani D’Italia (A.N.P.I.)
I tre Partigiani Elio DE CUPIS 19 anni, Erminio CASTELLI 21 anni e Sergio CUCCHIERATO 20 anni, furono fucilati alla schiena dai fascisti il 12 aprile 1944 nel cimitero di Cartecchio.

La cerimonia ha visto la presenza di numerosi cittadini, Partigiani, consiglieri comunali e provinciali e una delegazione di studenti delle scuole superiori.



Dopo l’introduzione del Presidente della sezione di Teramo Antonio Topitti, è intervenuto il Sen.Antonio Franchi, Presidente provinciale dell’A.N.P.I. che ha ricordato le giovani vittime e alcune tappe della resistenza teramana. In rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Teramo è intervenuto l’Assessore Giorgio D’Ignazio.

La commemorazione è poi seguita con l’incisivo discorso del Prof. Sandro Melarangelo, memoria storica della città di Teramo e membro del Direttivo dell’ANPI, che ha ricordato l’intera vicenda dell’eccidio, ripercorrendo le ultime ore, che accompagnarono i tre Partigiani alla fucilazione compiuta dai fascisti.

Il Generale Giacomino Sciarra ha portato il saluto dell’Associazione Nazionale Alpini alla manifestazione, leggendo la preghiera per l’alpino.

La celebrazione si è conclusa con la deposizione di due corone dell’A.N.P.I. sulla tomba dell’alpino Erminio CASTELLI e su quella di Elio DE CUPIS, Medaglia d’oro della Resistenza, ricordando il Partigiano Sergio CUCCHIERATO sepolto nel cimitero di Mestre(VE).


Qui di seguito il discorso integrale di Sandro Melarangelo.

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Era una giornata di sole, due giorni dopo la Pasqua di 64 anni fa (12 aprile 1944) quando presso Cartecchio, il cimitero comunale di Teramo, ci furono i colpi di moschetto e caddero tre patrioti.
La loro colpa era quella di aver svolto l'attività in azioni partigiane sopra a Villa Vallucci (Montorio al Vomano).

Catturati e portati nel carcere di Sant'Agostino di Teramo, dopo pochi giorni furono processati dal Tribunale Speciale Militare nella sala della Corte d'Assise e condannati alla pena capitale.

In questo luogo 64 anni fa, dopo che il Presidente del Tribunale Militare Speciale aveva letto la sentenza, e dopo che invano il Gasperini, che faceva la difesa d'ufficio, faceva capire che si sarebbe andati sicuramente alla condanna a morte, ebbene, nonostante questo, qualche giorno dopo dal carcere di Sant'Agostino furono tradotti a Cartecchio.

Il cappellano militare, occorre ricordarlo dalle cronache del tempo, don Pietro Santini cercò di stigmatizzare l'arroganza del capo manipolo, il famigerato Carlo Alberto Cimato, che era anche membro supplente del Tribunale Militare Speciale.

Non si diede ascolto a don Pietro Santini che diceva "non potete trattare con scherno tre giovani che stanno andando alla fucilazione e nonostante voi li consideriate delinquenti sono sempre dei giovani che si apprestano ad essere uccisi" ... e la terribile condanna a morte fu eseguita.

Chi erano questi tre ragazzi?

Uno di loro era sardo, c'era un ragazzo di Mestre, e vari altri a cui fu commutato la pena all'ergastolo.

Questi giovani erano accorsi a Bosco Martese perchè c'era stato eco in tutta Italia di una delle prime battaglie vittoriosa nei confronti dei nazisti invasori.

Quindi questi giovani accorsero da varie parti d'Italia e cercarono di allinearsi con i movimenti resistenziali.

In una di queste sopra Villa Vallucci, a Montorio, una formazione partigiana guidata da Erminio Castelli di Valle Castellana, fu catturata dai fascisti repubblichini e portati presso il carcere di Sant'Agostino e processati.

Qui a Cartecchio ci troviamo in un campo dove riposano i leggendari comandanti partigiani Ammazzalorso, Rodomonte, Adelche Fioridonati, il partigiano Renato Molinari che fu combattente valoroso in Piemonte e poi fucilato a Rivoli.

E poi, accanto a questi, le vittime del fascismo e delle barbaria nazista, i fucilati del 25 settembre 1943 a Bosco Martese, i fucilati del 13 giugno 1944 dietro la caserma Rossi, anch'essi ragazzi dai 16 ai 18 anni.

E accanto a questi Ercole Vincenzo Orsini, uno dei maggiori capi della cospirazione anti fascista.

E tra questi Luigi "Tom" Di Paolantonio e Mario Lanciaprima, tutti combattenti per la libertà e per la democrazia.
In questo campo riposano questi patrioti.
Alcuni di questi furono partigiani combattenti che tanto diederono per la liberazione di Teramo, che tanto si batterono per auspicare una società democratica e più giusta.

Ad Elio De Cupis, per il contegno che ebbe durante il processo e anche dopo, presso il cimitero di Cartecchio, quando il capo manipolo volle legarli alle sedie e fucilarli alla schiena, il De Cupis reclamò giustamente una fucilazione che doveva meritare, quella di una fucilazione al petto.


E invece vennero fucilati alla schiena perchè considerati traditori.

Il tradimento si capiva benissimo di chi era.
Di quel gruppo di manipoli fascisti che assoldati dai tedeschi operano questa che fu una delle varie stragi che ci furono nella Provincia di Teramo.

Ma il combattentismo partigiano e patriottico non finì e si continuò per altri nove mesi dalla Battaglia di Bosco Martese fino alla Liberazione di Teramo, fino ad avere finalmente una riconquistata libertà con la creazione di basi di una nuova democrazia.


Ad Elio De Cupis fu conferita la Medaglia d'Oro, ed è orgoglio dei teramani avere le sue spoglie mortali presso "Il campo degli Eroi ti tutte le guerre" nel cimitero di Cartecchio a Teramo.

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Riprese di Vincenzo Cicconi della Pacotvideo.

Il video, della durata di 25 minuti, è stato pubblicato integralmente su tre canali video (Vimeo - Blip.TV - Kewego) gestiti dalla PacotVideo.

E inoltre pubblicato su quattro blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:
- blog della Resistenza Teramana,
- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- il blog Pensieri Teramani.


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REPORTAGIO FOTOGRAFICO
CON IMMAGINI ESTRAPOLATE DAL VIDEO